L’associazione Libera ha celebrato la 14esima giornata della Memoria e dell’Impegno contro tutte le mafie con lo slogan “L’etica libera la bellezza”.
Giovedì 19 marzo a Casal di Principe sono arrivate migliaia di persone (40000 per gli organizzatori) quasi tutti giovani, chiamati da mamma Iolanda, a 15 anni dalla morte di don Peppe Diana.
Gli scout sono tanti! Don Peppe è uno di noi. Capo scout e assistente ecclesiastico. Aveva studiato a Roma, avrebbe potuto avere una brillante carriera curiale, scelse di tornare a Casal di Principe per essere educatore tra gli scout, in parrocchia, a scuola. Il suo impegno di pastore determinato a strappare giovani alla camorra era scomodo per i camorristi. In un documento la forania di Casale auspicava “Una Chiesa diversamente impegnata su questo fronte potrebbe fare molto. Dovremmo testimoniare di più una Chiesa di servizio ai poveri, agli ultimi; dove regnano povertà, emarginazione, disoccupazione e disagio, è facile che la mala pianta della camorra nasca e si sviluppi”.
Parole e fatti per don Peppe. Nel 1994, la mattina del suo giorno onomastico prima della celebrazione eucaristica, in sacrestia venne raggiunto da 4 colpi. Aveva 35 anni.
Dopo 15 anni la marcia attraversa Casal di Principe, passa per le strade abbellite da tovaglie e lenzuola bianche ricamate, come nel giorno del suo funerale, ma ora la gente è al balcone, per strada ad applaudire, diversi portoni sono aperti a segnalare che la paura può esser vinta.
Nella piazza antistante il cimitero, sul palco, un giovane della sua scuola chiede il riscatto per i casalesi, accomunati spesso ai camorristi.
Vengono assegnate due medaglie d’oro al valor civile a un sindacalista degli ambulanti e a un negoziante, testimoni scomodi uccisi nello scorso anno per ritorsione. I genitori di don Peppe sono contenti e convinti che i camorristi stanno peggio dei morti. Suonano la Banda del villaggio dei ragazzi di Maddaloni, la Banda dei Carabinieri, la Fanfara dei Bersaglieri.
Una festa di fronte a un cimitero, dove i parenti legano le sedie con catene alle colonne e trascorrono ore in dialogo muto con i morti!
File di studenti e scout lasciano la piazza per visitare don Peppe. La sua tomba fa da altare nella piccola cappella colma di fiori. Qualcuno si commuove. Tutti portano via una foto in ricordo di un giovane sacerdote che per amore del suo popolo non tacque.
Sulle terre espropriate alla camorra è nata stamane la cooperativa “Le terre di don Diana”. Produrrà mozzarelle di bufala e biocombustibile. Per la sua fondazione 80.000 euro li hanno devoluti gli ascoltatori radiofonici di Caterpillar. Miracolo della comunicazione!
Don Luigi Ciotti chiude la manifestazione: “Venendo qui, abbiamo fatto il nostro dovere. La camorra ha assassinato il nostro paese, noi dobbiamo salire sui tetti per annunciare parole di vita. Auguro a tutti di dare voce alla parola di Dio, di essere profeti.”
Uno striscione recita: “Sono morti perché noi non siamo stati abbastanza vivi”.
Poi gli agricoltori della CIA offrono nei punti ristoro a tutti gli ospiti: pane e olio, mozzarelle, panini, mele annurca; e verdure in cambio di un contributo. Si fa esperienza di comunità!Nel campetto della parrocchia di don Peppe(S. Nicola di Bari) giocano due squadre. In chiesa classi di scuola elementare sostano mentre scorrono diapositive e una ragazza suona l’organo. Nel parco dedicato a don Diana proseguono poi incontri, canti, giochi …
Alle 18 nella piazza del Comune Santa Messa col Vescovo e tanti sacerdoti. La Chiesa onora il suo martire!
Venerdì nel duomo di Napoli la veglia col cardinale Sepe e con le famiglie di tutte le vittime di mafia.
Sabato 21 corteo di 150.000 a Napoli. Siamo tantissimi, per lo più giovani, moltissime scuole, diversi confaloni dei Comuni di tutt’Italia. I ragazzini delle medie sono entusiasti, un po’ perché sono fuori casa un po’ perché si sentono protagonisti di una storia più grande di loro. Molti portano striscioni e cartelloni di attività svolte per l’educazione alla legalità. Tante le “scuole aperte” che hanno lavorato nel pomeriggio. Da Giovinazzo rappresentanze delle scuole e del Comune. Noi siamo venuti anche perché lo scorso anno dopo il percorso sulla legalità e il corteo di Libera a Bari abbiamo svolto la route estiva a Casal di Principe accolti dal Consorzio Icaro con cui abbiamo svolto lavori agricoli, incontrato i genitori e gli amici del Comitato don Peppe che ci hanno raccontato dei “Ragazzi della terra di nessuno”.
Come sempre in questo primo giorno di primavera nel corteo festoso vengono letti i nomi dei morti, tante persone che ora vivono nella memoria di quanti hanno adottato una vittima. Roberto Saviano proclama gli ultimi:sono africani, uccisi nel napoletano. Don Luigi Ciotti chiude e invita tutti noi a non girare lo sguardo dall’altra parte e chiede ai politici fatti e non solo parole!
Capi e R/S dell’AGESCI Giovinazzo I “Luigi Depalma - Lupo Generoso”
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